Ricordare, ripetere, rielaborare: le tre R della tecnica di Freud che trovò nella traslazione (il transfert) il motore ma anche la massima fonte di resistenza all’analisi.
La poesia di Pansolin nasce da questa necessità e sembra, a tratti, indugiare nella presunta consapevolezza raggiunta.
Eppure vince quando vi sfugge e lascia emergere il canto di un Es che non chiede di essere decifrato, quanto di non restare voce abbandonata a se stessa.
Come non avvertire l’eco di groddeckiana memoria, poi ripreso dalla Bachmann nella storia di Miranda in “Occhi felici” ?