Tre poesie di Camilla Ziglia

SUBLIME IN LUCE
Quando la pupilla si spalanca
sul mare della meraviglia
in modalità automatica
il nervo ottico
attiva il grandangolo
il collo ruota
per allargarlo ancora;
la pelle rizza i recettori
più fini
i timpani escludono
le interferenze
le braccia si sollevano
impercettibilmente
col respiro
i piedi in stallo
pulsano e si dilatano
come le mani
lo stomaco incassa il colpo secco
e poi si scioglie lento
in basso
il cuore in ascolto
accorda il battito all’armonia
il baricentro disegna un piccolo
cerchio di vertigine
il cervello controlla le funzioni vitali
e basta.
Eccolo, solo allora,
il balzo dell’anima
sublime.
LA MORTE DI CHRONOS
Come San Giorgio a cavallo
trafiggere il drago orfico
redivivo ad ogni luce del pensiero,
la triade temporale
l’allegorico medioevale,
pervadente relazioni
memorie proiezioni.
Crea a sua immagine
dall’informità del limo
sostanze predicanti
i sistemi linguistici,
e poi non emette il fiato!
Eliminare questo padre
onnipresente, eliminare
i tempi verbali soggioganti
il pensiero esteso
al quale sciogliere nuove voci
a dargli canto e carne!
Allora occhi negli occhi
stringere la mano
alla Morte, en fin de partie.
RITORNO AL CENTRO
Pedalo in direzione centrifuga
per unirmi al vivo.
Si alberano le strade
e, oltre, il bosco pulito
lisciato dai legnaioli.
M’inoltro a gettare la bici
ai piedi dell’agonia
del giovane tiglio
sul limite della curvatura,
mi stringo nella sciarpa
al trionfo del rampicante costrittore.
Spoglio in uno braccia e collo:
non bastano i timpani
a sentire il soffio del vento
e serve serrare le palpebre
alle distrazioni.
Slaccio l’orologio ai canti rochi
spezzati del castagno
scavato dalla storia,
al vibrare contenuto
delle termiti.
Sbuffano le narici
con l’esplosione delle spore,
soffio le più risibili proiezioni
sul distacco a volo
del seme di tarassaco.
Qui torno al centro.
Camilla Ziglia è nata a Brescia, dove tuttora risiede, nel 1970. Si è diplomata al liceo classico “Arnaldo da Brescia” e laureata in Materie Letterarie presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore con tesi in Paleografia e Diplomatica. Ha vinto il premio “Agostino Gemelli” come miglior laureata dell’anno. Dopo corsi di perfezionamento e aggiornamento, si è abilitata all’insegnamento delle lingue e letterature greca, latina, italiana ed è attualmente in ruolo.
Sue opere compaiono nelle pubblicazioni antologiche dei premi in cui è stata segnalata (“Il Sublime”, “Ossi di Seppia”, “Finestre sul mondo”) e sulla rivista “Atelier online”. Terzo posto a “Le Occasioni”.

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2 thoughts on “Tre poesie di Camilla Ziglia
  1. Di tempo ne è passato tanto
    ma non abbastanza
    da cancellare la mia più grande emozione
    e il mio più grande dolore
    che rimane su di me
    come un marchio a fuoco.
    Scusa se quel caldo giorno d’estate
    non trovai il coraggio
    di guardarti ancora una volta
    forse l’ultima,
    negli occhi.

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