La poesia
per chi legge
è uno scambio di pelle
A volte, quando si scollina, anche ciò che resta dietro torna a essere infinito.
Come se la distanza fosse garanzia di orizzonti, si è pronti a guardare l’inafferrabile con stranita bellezza.
Non che manchi la vertigine del vuoto, ma c’è un pericolo più grande ed è lo sguardo saturo di tutto, la domanda imprigionata da una subitanea risposta.
Vivere la vita in cerchi sempre più ampi è la traccia lasciata da Rilke e i poeti lo sanno bene quanto la scrittura sia questione d’abisso, le parole accese custodiscano un segreto perché il buio abita sempre luoghi inaccessibili alla luce.
Il poeta è ospite di una lingua vaga e indefinita ma viva, fuori dall’uso, che lo accompagna e lo sostiene nella sua illusione di salvezza.
L’opera compiuta appaga, forse il lettore ancor più che l’autore, il bisogno di recuperare ciò che è rimasto indietro e raffigurare ciò che avverrà e così suggellare il cerchio del nostro essere.
Le immagini, tranne quelle firmate, sono di Virg Ann.
Giancarlo Stoccoro è il poeta dallo sguardo intriso di inusitate visioni. Il suo tracciare luoghi reali e mentali nella parola gli è lieve e naturale. E’ un privilegio poter visitare le dimore della sua poesia, il bel mondo prismatico che alimenta di infinite folgorazioni!