“E’ possibile condurre simultaneamente l’attività di poeta e quella di individuo avvolto nel tessuto delle relazioni umane ?” , si chiede e chiede ai suoi lettori Tzvetan Todorov, che aggiunge ” o i due rami del fiume devono restare nettamente separati, dato che uno solo può essere privilegiato?” L’autore cita Rilke ma la questione resta attuale. Franco Loi, che riconosce in Dostoevskij un romanziere-poeta, ricorda, in una recente intervista, di aver scritto alcune sue raccolte di poesie (Strolegh e L’ angel) in periodi di assoluta solitudine.
Cosa ne pensate? Qual è la vostra esperienza al riguardo?
caro Giancarlo, per citare Giovanni Lindo Ferretti : “un ciclo riempiamo i granai, un ciclo riempiamo gli arsenali” – c’è bisogno di tutto in ogni cosa, per scrivere serve starsene appartati, ma la poesia necessita di umanità e scambio
Maria Cristina Barbolini