La bellezza salverà davvero il mondo?

 

“E’ possibile condurre simultaneamente l’attività di poeta e quella di individuo avvolto nel tessuto delle relazioni umane ?” , si chiede e chiede ai suoi lettori Tzvetan Todorov, che aggiunge ” o i due rami del fiume devono restare nettamente separati, dato che uno solo può essere privilegiato?” L’autore cita Rilke ma la questione resta attuale. Franco Loi, che riconosce in Dostoevskij un romanziere-poeta, ricorda, in una recente intervista,  di aver scritto alcune sue raccolte di poesie (Strolegh e L’ angel) in periodi di assoluta solitudine.
Cosa ne pensate? Qual è la vostra esperienza al riguardo?

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17 thoughts on “La bellezza salverà davvero il mondo?
  1. Riporto qui il mio scambio con Giancarlo su facebook
    Scusami Giancarlo, ma la risposta positiva al tuo interrogativo a me sembra ovvia. Il poeta in quanto essere umano sociale non è estraneo al consesso umano e anche se riuscisse ad estraniarsene, la sua parola, senza lo specchio degli eventi, oggi così tragici e bisognosi di vasto interumano dialogo, risuonerebbe vuota, sterile.
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    Gestire
    Mi piace · Rispondi · 7 h
    Giancarlo Stoccoro
    Giancarlo Stoccoro Ovvia fino a un certo punto. Se rileggi le vite di molti poeti (e Todorov nel suo libro scrive in particolare di Rilke) ti accorgi che paradossalmente è proprio il contrario. D’altra parte non è stato Keats a dire che il poeta è la più impoetica di tutte le creature?
    Gestire
    Mi piace · Rispondi · 6 h
    Annamaria Ferramosca
    Annamaria Ferramosca Oggi non credo che possa farsi una poesia che non rispecchi il malessere planetario. Sarebbe un canto alieno, svuotato dell’umana condivisione. Viviamo in un ‘epoca particolare, ultima, prossima all’autoestinzione. La parola più alta , come quella della poesia, non può non esserne testimonianza.

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