“E’ possibile condurre simultaneamente l’attività di poeta e quella di individuo avvolto nel tessuto delle relazioni umane ?” , si chiede e chiede ai suoi lettori Tzvetan Todorov, che aggiunge ” o i due rami del fiume devono restare nettamente separati, dato che uno solo può essere privilegiato?” L’autore cita Rilke ma la questione resta attuale. Franco Loi, che riconosce in Dostoevskij un romanziere-poeta, ricorda, in una recente intervista, di aver scritto alcune sue raccolte di poesie (Strolegh e L’ angel) in periodi di assoluta solitudine.
Cosa ne pensate? Qual è la vostra esperienza al riguardo?
Senza bellezza non possiamo vivere. Lo sappiamo. Bellezza della natura, bellezza dell’arte, bellezza dell’amore e dei gesti. Bellezza che ci porta, in qualche modo, verso l’Altro. La conversione alla bellezza è improvvisa.
Andare verso la verità di se stessi, cioè il senso profondo del proprio esistere e camminare
nella verità è la bellezza che converte. Vista, però, la nostra incapacità di perseverare in tale integrità (cioè nel bene, nel vero e nel bello) sentiamo il bisogno di salvarci dalla divisione e dalla fragilità.
Ci troviamo comunque spinti a vivere nella bellezza della relazione e della verità, della compagnia degli uomini e della parola. Di questa bellezza la poesia può diventare almeno un pallido riflesso. Come a ricordarci che solo salendo, prendendo un po’ le distanze dalla pianura delle mediocrità, dal caos degli impegni, dalla fatica quotidiana, possiamo ritagliarci uno spazio in cui l’anima possa risvegliarsi. E con un paio d’ore di silenzio, o una passeggiata nel bosco, o una conversazione nella verità, o un riflesso colto in un’armonia, in un dolore, in un’emozione, in una fatica, la parola fa breccia e conduce verso la scoperta assoluta e limitata, possente e fragile dell’essenziale. La bellezza. Un cammino estetico non è ripiegato su se stesso, ma apre alla relazione. L’apertura al confronto, all’ascolto, alla condivisione, all’accoglienza “consente” d’avere momenti in cui la bellezza irrompe nella nostra vita e nei nostri versi.
La poesia è sicuramente luogo privilegiato della via pulchritudinis che educa all’armonia con ogni essere e cosa e rinforza il tessuto delle relazioni umane.