La bellezza salverà davvero il mondo?

 

“E’ possibile condurre simultaneamente l’attività di poeta e quella di individuo avvolto nel tessuto delle relazioni umane ?” , si chiede e chiede ai suoi lettori Tzvetan Todorov, che aggiunge ” o i due rami del fiume devono restare nettamente separati, dato che uno solo può essere privilegiato?” L’autore cita Rilke ma la questione resta attuale. Franco Loi, che riconosce in Dostoevskij un romanziere-poeta, ricorda, in una recente intervista,  di aver scritto alcune sue raccolte di poesie (Strolegh e L’ angel) in periodi di assoluta solitudine.
Cosa ne pensate? Qual è la vostra esperienza al riguardo?

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17 thoughts on “La bellezza salverà davvero il mondo?
  1. Nel saggio di Todorov le vite di Rilke , Oscar Wilde e Marina Caeteva rappresentano tre modalità radicali in cui l’artista vive “l’assoluto “ . Anch’io penso che sia difficile per un poeta , ed un artista in generale , vivere pienamente la propria arte , che richiede solitudine , tempo , e passione . Il contemperamento con altri valori , e amori , e’ spesso difficile , perché limita l’ aspirazione alla totalità , e ad una completa libertà . Oltre ai poeti maledetti ( Verlaine , Rimbaud, Baudelaire) che sono espressione di un determinato periodo storico , moltissimi artisti esprimono un’inquietudine , una sensibilità particolare , che li ha portati al suicidio ( Virginia Woolf , George Trakl, Paul Celan , silvia Plath .. ) certamente con ciò non voglio affermare che non sia possibile un contemperamento tra arte e altre relazioni , anche se identifico il poeta con la figura di un funambolo , che deve mantenersi in equilibrio su un filo sottile , da cui e’ molto facile cadere

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