La bellezza salverà davvero il mondo?

 

“E’ possibile condurre simultaneamente l’attività di poeta e quella di individuo avvolto nel tessuto delle relazioni umane ?” , si chiede e chiede ai suoi lettori Tzvetan Todorov, che aggiunge ” o i due rami del fiume devono restare nettamente separati, dato che uno solo può essere privilegiato?” L’autore cita Rilke ma la questione resta attuale. Franco Loi, che riconosce in Dostoevskij un romanziere-poeta, ricorda, in una recente intervista,  di aver scritto alcune sue raccolte di poesie (Strolegh e L’ angel) in periodi di assoluta solitudine.
Cosa ne pensate? Qual è la vostra esperienza al riguardo?

Similar Posts

17 thoughts on “La bellezza salverà davvero il mondo?
  1. Il poeta vive in solitudine la sua ispirazione ? Io credo il contrario.
    Il poeta, nello scrivere, è alla ricerca consapevole o inconscia della relazione oggettuale, della materia informe da trasfigurare.
    Egli cerca l’ ombra concreta della parola, quel segreto che la anima e che ben si mimetizza.
    Cerca quel gioco sottile che si riflette nell’ animo come in uno specchio concavo.
    La poesia è una creatura disarmante e dissacrante che scopre nudità interiori e
    travalica ogni confine.
    E’ come una sbornia emotiva direttamente dallo spumante dell’anima.
    Chi scrive si accompagna con umiltà alle cose, ad esempio a una pietra,
    in una relazione speciale dove la materia si fa spirito e viceversa.
    È Luogo misterioso la poesia, dove gli spazi sono incalcolabili e sono traccia misteriosa di tanti universi.
    La poesia è caldo utero per gente infreddolita.
    Sempre mi stupisce la valanga inarrestabile del mondo poetico
    che si origina dai pochi segni alfabetici
    di cui disponiamo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *