Nel grigio soffice nudi i rami
-oltre la finestra-
Il nostro abbraccio un soffio
di luce tra le imposte
chiaroscuro di corpi abbandonati.
Mille i baci invidia dei vecchi
–amemus rumoresque senum severiorum omnes unius aestimemus assis-.
Ma siamo noi i vecchi!
Ignari delle risposte
sorridiamo la verità.
“amiamoci, / e le dicerie dei vecchi severi / consideriamole tutte di valore pari a un soldo.” Catullo Liber, Carmina V
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E’ luce nel cuore questo buio
coperta che protegge.
Ma questo senso d’infinito
in uno spazio così piccolo
-dimmi-
quando si farà ossimoro?
Ho visto l’ombra cadere
nel mattino dei tuoi occhi.
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Di tanta impertinenza che rimane?
Un linfatico reflusso
sopisce sensazioni viscerali.
Trascinati dal destino,
illusi mai ché non è più tempo
-non c’è più tempo-
stretti nella morsa degli anni.
La coscienza spazza via i sogni
-sospesi-
sublimano in pensieri di terra.
Tutto è capovolto
(logica del contrario)
a trovare una zona di confine
tra felicità e dolore
-energia vitale e noia-
Vivere sul limitare.
Così spendiamo i giorni
affacciati su un dubbio traverso
che disgrega.
Francesca Piovesan, laureata in filologia dantesca, insegna al liceo. Per il «Gazzettino» ha condotto reportage culturali e sociali. Ha pubblicato tre libri di poesia: Una vita, tante vite, Ladolfi, 2015; La sospensione dei pensieri, Ladolfi, 2016; Il buio della scarpiera, Ladolfi 2019, presentato anche al Salone di Torino 2019 e alla XX edizione del festival internazionale degli autori Pordenonelegge.it. Suoi testi sono stati inseriti nell’antologia Umana, troppo umana di Aragno, 2017, curata da Alessandro Fo e Fabrizio Cavallaro e nel libro Le mani dei bambini. Ciò che Caino non sa, di Oceano Edizioni, a cura di Maria Teresa Infante e Massimo Massa. Alcune sue poesie e racconti sono arrivati finalisti in vari concorsi. Ha partecipato a numerosi concorsi letterari in qualità di giurato e presidente di giuria. Attiva è la sua militanza critica.