1)
C’è questo non dire. Si professa
la mattina alle quattro, prima ancora
che il caffè sostenga ogni morso d’aria.
La luce non risale la china e già
anticipa la sua idea del mondo. E il
momento della compassione, dell’aura
che contrasta la memoria dell’inferno.
Tocca al giorno vagliare le difese.
2)
Cosa accade?
Il lampo palesa la notte.
Pre-vede.
Allarme di chi non declina
nel buio.
Il ripiego più ambito è la fine.
Senza.
3)
Il tabacco ha dischiuso la porta di casa,
l’arroganza ridotta a cimelio. Una
bocca che sbocca di fumo e piacere.
Nulla che sia come il nulla che deve.
C’è un sapore: diffida del bianco e
del nero, la fragranza si evolve in respiro.
E sull’uscio mi guarda una donna col
velo, nulla che sia come il nulla che vedo.
Ma la porta che sbatte respinta dal vento
ammortizza il suo colpo in un volto di
morte: “Non ti voglio sospesa fra amante
e consorte”. Nulla che sia come il nulla che
è sorte. Il destino si prende la giacca e la casa
e la porta lo guarda e si mostra indifesa.
Non c’è tempo talvolta per bandire un’offesa.
Nulla che sia come il nulla che pesa.
Mirea Borgia “mette in gioco l’istinto di sopravvivenza per combattere l’inquietudine”, così scrive Franco Manzoni sul “Corriere della Sera”, parlando della poesia di Borgia, la quale indaga, attraverso dei moti filosofici e lirici, i meandri dell’Io in continuo dialogo con i risvolti civili. Nel 2019 è stata finalista al Premio Letterario Internazionale Città di Como. Nel 2020 ha pubblicato con Il Convivio Editore la raccolta di poesie “L’innocenza dell’ombra”, opera selezionata al Premio Camaiore e finalista al Premio Prestigiacomo.