Le proprie poesie, rilette a distanza di tempo, possono sembrare scritte da estranei.
Lou Andreas Salomé nel suo “Sguardo sulla vita” rievoca l’esperienza, accompagnata da una sensazione particolare, del ritrovamento di alcuni versi che parevano non appartenere alla propria biografia ma “scaturiti da un antico sapere ancestrale, da una rinnovata esperienza di quello choc originario in serbo per ogni uomo che si desti alla vita conscia, uno choc di cui la vita stessa non cesserà mai di recare traccia incancellabile”.
Cosa ne pensate al riguardo?
Spesso solo a distanza di tempo ci accorgiamo di quanto una poesia abbia la potenza di oltrepassare il “qui e ora “, e di stabilizzarsi in una impermanenza significativa per la nostra vita