Con piacere segnalo questo libro che porta il titolo delle celeberrime filastrocche di Heinrich Hoffmann.
Per chi come me è cresciuto con “Pierino Porcospino” (mia madre è tedesca e mi recitava a memoria le “allegre” storielle) ritrovare nel giovane Paolo Pera echi e consonanze può essere una bella sorpresa.
Ricordo qui soltanto che per l’analista selvaggio Georg Groddeck le filastrocche sono paragonabili al “Cantico dei cantici”dell’inconscio e per questo le riprese più volte nelle sue conferenze negli anni venti del secolo scorso.
In un recente saggio (“Pierino Porcospino e l’analista selvaggio”) ho avuto l’opportunità di pubblicarle anche in Italia.
Il lettore di oggi potrà o meno identificarsi nel/nei protagonisti ma certo non resterà deluso da questa nuova, brillante rivisitazione, che si aggiunge alle recenti, dissacranti “Storie che finiscono male” di Donatella Bisutti.
Paolo pera è nato ad Alba (CN) il 22 giugno 1996, diplomato in Arti figurative, è studente di Filosofia. Ha pubblicato un romanzo (“La scuola attraverso i miei occhi”, Vertigo Edizioni, 2012) e due sillogi (“La falce della decima musa”, Achille e la Tartaruga edizioni, 2020; “Pietà per l’esistente”, Ensemble 2021).